Oggi osserviamo che l'elevata specializzazione richiesta per gestire la difesa fitosanitaria di una qualsiasi coltura costringe gli operatori ad allargare sempre di più le proprie conoscenze verso diverse discipline scientifiche.

A questo proposito un settore interdisciplinare per natura è quello dell'applicazione dei fitofarmaci che richiede conoscenze meccaniche, biologiche, fisiche e chimiche che risultano indispensabili per ottimizzare l'utilizzo di una data massa di sostanza attiva contro un'avversità di natura biologica.

In particolare i meccanismi chimici e fisici di funzionamento dei principi attivi e dei co-formulanti nei tessuti vegetali sono alla base degli avanzamenti più recenti della ricerca verso soluzioni che permettano un deciso abbassamento dei quantitativi impiegati ad ettaro.

Un esempio calzante in tal senso lo si può fare per il Sistema ad emissione controllata ® nato proprio dagli studi di quei specifici aspetti iniziati presso il Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare dell'Università di Bologna.

Non deve sorprendere quindi se l'obiettivo che ci proponiamo è propriamente biologico, e cioè quello di ottenere una riduzione delle dosi/ha non inferiore al 40% mantenendo la stessa efficacia contro le avversità dello standard aziendale di confronto.

Il sistema di applicazione ad Emissione Controllata®

Il sistema di applicazione dei fitofarmaci ad Emissione Controllata ® (brevettato) può essere installato sugli atomizzatori a basso e alto volume e barre da diserbo già presenti in azienda per ottenere un abbattimento dei residui sulle produzioni vegetali nella protezione delle colture ed una forte riduzione delle dose/ha di fitofarmaco.

L’ erogatore a rapidissima intermittenza non raggiunge la copertura al limite del gocciolamento ma produce una bagnatura uniforme formata da depositi leggermente diradati, di circa 1 mm, strettamente necessaria per una protezione efficace. Questo deposito diradato ci consente di risparmiare l’ ingente percentuale di principio attivo rispetto alle tecniche a bagnatura completa tradizionale, inclusi i nebulizzatori (sistemi a frantumazione pneumatica).

Grazie all’affinità chimica fra acqua e cellulosa, presente nella parete cellulare delle cellule vegetali, ed al fenomeno fisico di diffusione il principio attivo si sposta dopo l’applicazione nelle porzioni di tessuto vegetale contigue al deposito, che non erano state coperte inizialmente, indipendentemente dall’ azione di contatto o sistemica del formulato. Questo spostamento, che avviene indipendentemente dall’ utilizzo di questa tecnica, permette di estendere il raggio d’azione del deposito oltre la zona effettivamente coperta come hanno dimostrato alcuni studi realizzati in proposito su funghi ed insetti. Con l’applicazione standard non è possibile trarre nessun beneficio in termini di riduzione di dose /ha e di residui da questo fenomeno proprio perché si applica il prodotto su tutta la superficie.
Questo dispositivo è particolarmente indicato per un’agricoltura di qualità più elevata sotto il profilo igienico-sanitario in quanto riduce i residui sulle produzioni, aspetto fondamentale anche per le soglie delle import tolerance e un abbattimento della deriva rispetto alle tecniche tradizionali come dimostrano i risultati osservati da Organi Ufficiali quali IRSTEA di Montpellier.
Il nostro principale investimento consiste nello studio scientifico dell’efficacia di questo sistema di applicazione contro patogeni, insetti e nel diserbo, che facciamo svolgere ad enti accreditati quali la fondaz, Mach di S. Michele All’ Adige, Centro ricerche viticole di Conegliano, il Consorzio agrario di Ravenna etc. I lavori vengono presentati alle Giornate Fitopatologiche organizzate dall’ Università di Bologna.